Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

20 febbraio 2019

PER IL DISARMO, CONTRO TUTTE LE GUERRE

Gli Stati Uniti hanno annunciato il loro ritiro dallo storico accordo bilaterale del 1987 con la Russia che proibiva armi nucleari a medio raggio basate a terra che potranno ora essere schierate in Europa.

Il mondo sta sottovalutando il pericolo di una guerra nucleare


Disarmo: è l’unica via per contrastare la folle corsa agli armamenti, soprattutto nucleari, foriera di nuove e micidiali guerre.


Ma il nostro paese:

    - si rifiuta di firmare il Trattato ONU per l’abolizione degli ordigni nucleari sottoscritto da 122 paesi;
-    
-   - anzi, ha accettato che vengano collocate in Italia, a Ghedi e a Aviano, nuove bombe nucleari in sostituzione di una settantina di vecchie ogive atomiche;

·      - ha deciso di comperare gli F -35, definiti oggi ‘irrinunciabili’, mentre durante la campagna elettorale erano “strumenti di morte”;
·      -
   - continua a vendere bombe all’Arabia Saudita che le usa per colpire quotidianamente la popolazione civile dello Yemen in violazione della legge 185/90, che vieta la vendita di armi ai paesi in guerra;
·         . 
    - spende 70 milioni di euro al giorno in armi e - su richiesta della NATO - si è impegnato a spenderne 100;
·     --  spende oltre un miliardo l’anno per missioni militari all’estero: erano 31 in 22 paesi e ora  se n’è aggiunta un’altra in Niger che, tra i suoi compiti, avrà quello di addestrare a bloccare i flussi migratori. È lo stesso scopo per cui viene anche rafforzata la missione in Libia nonostante stiamo vedendo a quali tragiche conseguenze porti il sostegno dato alle truppe e alla guardia costiera libica: crescono i numeri dei naufragi e delle morti così come quello delle persone riportate in orrendi campi di detenzione a subire violenze e torture.

Come antimilitariste e femministe vogliamo restare umane e denunciare quanto pesantemente produzioni, profitti e spese di guerra siano tutte espressioni di un sistema di sopraffazione di pochi su tanti: un sistema per cui vi sono di continuo persone uccise e ferite, distruzioni di territori, società, ambiente.

Per questo saremo in Piazzetta della Garzeria a Padova giovedì 28 febbraio alle 18, per chiedere ancora una volta al Governo di:

·       ridurre le spese militari
·       smettere di vendere armi a regimi dittatoriali e paesi in guerra;
·       convertire a scopi civili le fabbriche d’armi;
·       firmare e ratificare il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari;
·       non consentire l’arrivo in Italia di altre nuove bombe nucleari;

Siamo ancora in tempo per fermare la folle corsa agli armamenti,
soprattutto nucleari:


l’unico modo per garantire la nostra sicurezza è il disarmo
a partire dall’eliminazione di tutte le armi nucleari.


Donne in Nero
Padova, 28 febbraio 2019


12 febbraio 2019

PRATICHE DI GIUSTIZIA FEMMINISA

Ricordiamo la data del prossimo incontro del percorso relativo alla giustizia femminista che si svolgerà domenica 17 febbraio alle ore 10:00 presso Librati, la Libreria delle donne a Padova

L'incontro di domenica 20 gennaio è stato molto importante e ricco di spunti e ci ha dato molta fiducia nel proseguire questo percorso che vorremmo costruire passo passo tutte insieme. 

Ci auguriamo che questi appuntamenti diventino uno spazio sicuro di presa di parola e di ascolto autentico per ciascuna di noi.

Vi aspettiamo

Donne in Nero e Centro Pandora





04 febbraio 2019

PRIMUM VIVERE, CONTANO LE PERSONE, CONTA L’UMANITA'

La rete italiana delle Donne in Nero aderisce all'appello della Rete Femminista No Muri No Recinti :

·     PRIMUM VIVERE, CONTANO LE PERSONE, CONTA L’UMANITA' 

·       ADERIAMO ALL’APPELLO “PEOPLE – PRIMA LE PERSONE” E ALLA MANIFESTAZIONE DEL 2 MARZO
·       VOGLIAMO CHE VENGA APPLICATA LA CONVENZIONE DI ISTANBUL A PROTEZIONE DELLE DONNE MIGRANTI E DEI LORO FIGLI
·       RISPETTARE I DIRITTI DELLE DONNE SIGNIFICA RISPETTARE I DIRITTI UMANI
·       ACCOGLIERE DEGNAMENTE LE PERSONE IN CERCA D’ASILO SIGNIFICA RISPETTARE I DIRITTI UMANI
·       DISOBBEDIREMO A TUTTI I GOVERNI CHE VIOLANO I DIRITTI UMANI

Primum vivere, prima le persone, nulla esiste più importante di questo. Tanto meno i confini inventati per garantirci un’impossibile “sicurezza”.
Confinate per secoli dalle leggi patriarcali nella sfera del privato, molte donne capiscono bene cosa significa un confine che nega alle persone la libertà di movimento senza la quale ci si trasforma in schiavi, come ha detto Hannah Arendt.
Ecco quindi perché da anni, e oggi più che mai, stiamo gridando a piena voce il nostro rifiuto delle spietate politiche europee e italiane verso le persone migranti fiduciose nella terra dell’accoglienza e dei diritti umani.
Ma purtroppo qui i diritti umani non contano più. L’Europa rischia di implodere su se stessa, dando spazio alle peggiori ideologie e ai peggiori nazionalismi. Un arcaico mondo maschile e patriarcale che continua a risorgere con la sua rozza ideologia del più forte e la paura del diverso.
La costruzione di un impossibile confine verso il Mediterraneo ha trasformato l’Europa in una fortezza e il mare in una fossa comune. Il confine che non può esistere sta generando mostri senza cuore, spettatori indifferenti di un genocidio che non risparmia nemmeno i bambini.
Confini che non si possono attraversare e che forse escluderanno non solo chi richiede asilo, ma anche chi non è d’accordo, chi resiste e sogna un mondo diverso.
Non siamo, non vogliamo essere complici dell’infinita strage che si sta consumando nel Mediterraneo, o del regime sicuritario che sta facendo riemergere incubi razzisti che credevamo dissolti.
Non vogliamo recinti che confinano persone innocenti nelle nostre città, non vogliamo frontiere che uccidono donne incinte e bambini, non vogliamo richieste di documenti impossibili per concedere permessi di soggiorno a madri che non sanno come trovare lavoro, non vogliamo deportazioni di esseri umani proibite anche da norme internazionali.
La Convenzione di Istanbul, in gran parte disapplicata pur essendo legge dello Stato, prescrive ai Paesi che l’hanno ratificata (tra cui l’Italia) speciali protezioni per le donne che subiscono violenza e per i loro figli, indipendentemente dalla loro condizione o provenienza. Non riconosciamo quindi alcun diritto ai governi che violano questa norma ponendosi al di fuori della legalità, oltre che del minimo senso di umanità.
Se non riconoscere l’autorità di chi ci governa significa disobbedienza civile, saremo pacificamente ma convintamente disobbedienti a questa caricatura della democrazia e della legalità.
Come Rete femminista No muri, No recinti, di cui fanno parte significative realtà di donne impegnate sul territorio in concrete attività di sostegno alle persone migranti, e storiche Case delle donne da sempre in prima linea per la difesa dei diritti, scegliamo di disobbedire perché l’unico confine che non si dovrebbe attraversare è quello della semplice umanità che dà senso alla vita, il senso di umanità senza il quale siamo noi a non essere più persone.
Ecco perché, in vista della manifestazione antirazzista del 2 marzo indetta a Milano, siamo pronte a unire le nostre pratiche e le nostre lotte con donne e uomini della società civile che da tempo si stanno mobilitando per affermare un'altra idea del nostro Paese e per mettere in pratica il rispetto dei diritti di ogni persona, come la nostra Costituzione prevede.

Rete femminista No muri, No recintii 
Casa delle Donne di Milano, Casa Internazionale delle Donne di Roma, Casa delle Donne di Ravenna, Laboratorio Interculture Casa delle Donne di Milano, Donne in Nero Italia, Donne in Nero Varese, Il Giardino dei Ciliegi Firenze, Dora - Donne in Valle d’Aosta, Maschile Femminile Plurale Ravenna, Ife Italia, Wilpf Italia Women's International League for Peace and Freedom, Cultura è Libertà