Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

28 marzo 2019

PER IL DISARMO, CONTRO TUTTE LE GUERRE

Il 4 aprile la NATO, Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord, compie 70 anni. La NATO, fondata come alleanza difensiva dei paesi che ne facevano parte, dall’aprile 1999 mpegna i paesi membri a condurre operazioni militari anche "al di fuori del territorio dell’Alleanza”, per ragioni di sicurezza globale, economica, energetica e migratoria; così si trasforma in alleanza che prevede l’aggressione militare in qualunque parte del mondo.
E infatti si è impegnata in guerre in Jugoslavia, in Afghanistan, in Libia e in azioni di destabilizzazione in Ucraina e in Siria.

La NATO sostiene la necessità di deterrenza nucleare.
In Italia nelle basi di Ghedi e Aviano sono immagazzinati almeno 70 ordigni nucleari, anche se l’Italia ha sottoscritto il Trattato di Non Proliferazione nucleare; per lo stesso motivo il nostro paese non ha aderito al Trattato sulla messa al bando delle armi nucleari, adottato dall’ONU il 7 luglio 2017.

L’Italia destina attualmente 70 milioni al giorno a spese militari; la NATO ci chiede di raggiungere almeno il 2% del PIL, ciò significa salire come minimo a 100 milioni al giorno. Senza contare il costo delle basi USA e NATO e della manutenzione necessaria in particolare per le nuove bombe atomiche B61-12, che saranno installate a Ghedi e Aviano.




Come antimilitariste e femministe vogliamo restare umane e denunciare quanto pesantemente produzioni, profitti e spese di guerra siano tutte espressioni di un sistema di sopraffazione di pochi su tanti: un sistema per cui vi sono di continuo persone uccise e ferite, distruzioni di territori, società, ambiente.

Per questo saremo in Piazzetta della Garzeria a Padova mercoledì 3 aprile alle 18, per chiedere ancora una volta al Governo di:

·      ridurre le spese militari
·      smettere di vendere armi a regimi dittatoriali e paesi in guerra;
·      convertire a scopi civili le fabbriche d’armi;
·      firmare e ratificare il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari;
·      non consentire l’arrivo in Italia di altre nuove bombe nucleari;
·      si chiudano le basi e le installazioni USA e NATO in Italia.

l’unico modo per garantire la nostra sicurezza è il disarmo
a partire dall’eliminazione di tutte le armi nucleari.


27 marzo 2019

NADIA MURAD, L'ULTIMA RAGAZZA

"Più di ogni altra cosa, voglio essere l’ultima ragazza al mondo con una storia come la mia”
NADIA MURAD

                                   

Nell’agosto 2014 la tranquilla esistenza di Nadia Murad, ventunenne yazida del Sinjar, nell’Iraq settentrionale, viene improvvisamente sconvolta: i militanti dello Stato Islamico irrompono nel suo villaggio, incendiano le case, radunano i maschi adulti uccidendone 600 a colpi di kalashnikov e rapiscono le donne. Per Nadia e centinaia di ragazze come lei inizia un vero calvario. Scontando l’unica colpa di appartenere a una minoranza che non professa la religione islamica, vengono private di ogni dignità di esseri umani: per i terroristi dell’ISIS saranno soltanto sabaya, schiave, merce da vendere o scambiare per soddisfare le voglie dei loro padroni.
L’abisso della prigionia, gli stupri selvaggi, le torture fisiche e psicologiche, le continue umiliazioni, insieme al dolore per la perdita di quasi tutti i parenti, vengono raccontati da Nadia – miracolosamente sfuggita agli artigli dei suoi aguzzini – con parole semplici e dirette, e proprio per questo di straordinaria efficacia. Le tremende sevizie le hanno lasciato cicatrici indelebili sul corpo e nell’anima, ma anziché ridurla al silenzio l’hanno spinta a farsi portavoce della sua gente e di tutte le vittime dell’odio bestiale dell’ISIS.
Oggi Nadia è una donna libera, che ha scelto con coraggio di denunciare al mondo intero il genocidio subìto dal suo popolo, non per invocare vendetta, bensì per chiedere giustizia, affinché i colpevoli vengano giudicati e condannati per i loro crimini contro l’umanità.

07 marzo 2019

il racconto di uno stupro: per non dimenticare

Donne in Nero e Centro Pandora vi invitano il 20 marzo in Sala Carmeli, Via Galileo Galilei, 36 a Padova per il reading:

Venticinque minuti una notte autopsia di una violenza

Riduzione teatrale dal libro di Lucia Luconi "Venticinque minuti una notte autopsia di una violenza"
con Serena Fiorio e Erika Vianello

Ingresso libero

Il racconto di uno stupro di gruppo subito da Lucia Luconi 40 anni fa. Una violenza di gruppo per spezzare la noia, la monotonia di un sabato sera di fine primavera. È capitato a lei, ma al suo posto poteva esserci qualunque altra donna, quella sera del 28 aprile 1979. Il dolore, lo sgomento, la paura. Il senso di impotenza. Il dopo. Quella ferita che si cicatrizza ma non si rimargina. “La forza di volontà di rimanere quella di prima con uno schifoso ricordo in più”, dirà poi Lucia. Pur denunciati, quei sette non sono mai stati trovati. Lucia Luconi, scrive nel suo libro "Sono riuscita a salvare la testa e il mio essere donna perché al momento della violenza mi sono trasformata in una cinepresa”. Da autrice di programmi televisivi, da regista, ha voluto imprimersi nella memoria ora zoomando, ora sfuocando, i sette che lei non definisce in alcun modo, ma solo li identifica come dei numeri, perché non meritano alcun appellativo. Si è estraniata al momento della violenza. Ma i segni lasciati non sono mai stati cancellati.
Un toccante racconto della sua esperienza attraverso la straordinaria interpretazione di Serena Fiorio e Erika Vianello.