Nel 1916 Susan Glaspell – scrittrice e drammaturga americana, tra le fondatrici del Provincetown Players e vincitrice del premio Pulitzer per il teatro nel 1931 – sulla base di un caso giudiziario che aveva seguito come giornalista sedici anni prima, pubblicò un racconto con il titolo A Jury of Her Peers (trad. it., Una giuria di sole donne, Palermo 2006).
L’opera ebbe immediatamente un grandissimo successo ed è tuttora oggetto di studio e discussione nei corsi e nei seminari di discipline giuridiche. Essa narra la storia Minnie Foster, una donna maltrattata dal marito, John Wright, tratta in arresto perché sospettata di averlo strangolato nel sonno con una grossa corda.
Nella casa isolata costruita in una conca, dove “anche i pioppi sparsi tutto intorno parlavano di solitudine”, si recano lo sceriffo e il procuratore accompagnati dalle rispettive mogli. Rimaste sole nella cucina, le due donne colgono i segni della disperazione di Minnie e si rammaricano di non aver saputo offrire aiuto a Minnie permettendo che vivesse isolata in balìa di un marito violento.L’idea che le donne abbiano bisogno del sostegno di una comunità femminile che sappia vedere e proteggere, di una filosofia legale alternativa che sappia riconoscere la violenza e sfidare le categorie giuridiche convenzionali, è alla base della riflessione femminista contemporanea sui temi della giustizia in rapporto alla violenza contro le donne.