E soprattutto dire, come tanti
anni fa, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
Non vogliamo essere
colonialisti,
non vogliamo produrre e vendere
armi,
non vogliamo mandare i nostri
militari ad ammazzare gente in giro per il mondo,
non vogliamo continuare a
bombardare i morti di fame in giro per il mondo,
i soldati ci piacciono di più
quando spalano il fango e fanno attraversare le vecchiette sulle strisce
pedonali,
non vogliamo chiudere le
frontiere ai profughi disarmati,
non vogliamo dire che questi
poveracci vengono nel nostro paese per spararci addosso
perché sappiamo che assistono i
nostri anziani, puliscono le scale del nostro condominio e fanno la pizza sotto
casa nostra,
non vogliamo avere rapporti
commerciali con paesi ricchi, arricchiti, ma schiavisti,
non vogliamo, non vogliamo, non
vogliamo,
noi non vogliamo!
La coscienza può cominciare
anche dal rifiuto.
(Così scriveva Ascanio Celestini il 9 gennaio : condividiamo con convinzione queste parole)
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