Lettera alle attiviste Donne in Nero di lunga data in Israele contro l’occupazione di una Donna in Nero di Belgrado
Agosto 2014
Care campagna,
Crimini indicibili, di nuovo. Ultimamente, dopo tante sere a guardare le
notizie da Gaza, io fremo e penso a voi tutte, mie care Haya, Yvonne,
Hannah… e molte altre che scendono in strada contro la politica
distruttrice del loro stesso governo. Da decenni fino ad ora, e niente è
cambiato. Cerco di immaginarmi come vi sentite questa volta con le
notizie della guerra, quanto dovete essere stanche, quanto dovete essere
desolate, quanto sembriamo piccole di fronte alle macchinazioni della
guerra capitalista. E mi dico tutti i giorni che voglio inviare a voi
tutte una lettera di sorellanza. Non è mai abbastanza dirvi che vi amo.
Perché sappiate che per me siete importanti e comprendo la vostra scelta
di restare nel vostro paese quando la lotta contro il proprio
disgustoso governo diventa una realtà quotidiana.
Io mi sono svegliata nel 1991 con una guerra che cominciava in Europa
proprio dalla mia città. E’ finita in parte nel 1995 e infine nel 1999. E
sto cercando ancora storie di donne sopravvissute o no ai crimini
commessi in mio nome. Proprio ieri sera su internet ho sentito la storia
di una donna, Zehra Turjacanin, fuggita da un incendio, in una casa
dove dei soldati serbo-bosniaci avevano rinchiuso 40 concittadini della
loro città Visegrad, e li avevano bruciati vivi. Una donna era riuscita a
uscire da una piccola finestra, con i vestiti, i capelli e le orecchie
in fiamme. Ho imparato nel corso degli anni quanto sia prezioso per i
sopravvissuti che noi siamo lì ad ascoltarli e ad interessarci di quel
che devono dirci.
Oggi ascolto la vecchia canzone imagine, vi ricordate?
Immagina che non ci siano paesi
non è difficile da fare
niente per cui uccidere o morire
e niente più religioni
Immagina che tutte le persone vivano la loro vita in pace.
Potete dire
che sono un sognatore, ma non sono l’unico
In nome della speranza nell’umanità che voi create con il vostro impegno
contro la guerra, vi ringrazio e vi invio il mio amore profondo con
tenerezza
lepa mladjenovic, una di voi, da Belgrado.
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