A 70 anni dalla Liberazione continuiamo ad essere convinte che non c’è pace solo perché alla fine di una guerra tacciono le armi: la pace deve essere costruita, giorno per giorno. Le guerre della ex-Jugoslavia, che sono state combattute così vicino a noi, ce lo ricordano drammaticamente. La verità di quanto è avvenuto spesso è stata occultata, non lasciando memoria di molti crimini che sono stati commessi in particolare contro le donne.
Le nostre amiche dei Balcani ci ricordano che “…c’è una continuità di ingiustizia e violenza che rende difficile distinguere tra le violenze subite durante le guerre e quelle del dopoguerra. Si tratta della continuazione della guerra con altri mezzi, perché viviamo in una pace falsa e fragile piena di ingiustizie, umiliazioni e di ogni tipo di discriminazione….”.
Questo progetto “vuole essere uno spazio per testimoniare e per le voci delle donne, per l'autonomia delle donne, attraverso la loro partecipazione attiva alla costruzione della giustizia e della pace, al fine di creare nuovi paradigmi di giustizia".
L'evento finale con testimonianze pubbliche si terrà a Sarajevo/Bosnia Erzegovina dal 7 al 10 maggio 2015”.[1]
Durante questi quattro anni (2011-2015), le associazioni coinvolte sono state impegnate in intense attività per preparare il Tribunale delle Donne e creare un modello femminista di pace, giustizia e responsabilità. Queste attività comprendevano la creazione di una rete di donne solidali: testimoni, attiviste, terapiste, esperte e artiste provenienti da tutti gli stati della ex-Jugoslavia.
Il Tribunale delle Donne intende creare nuove politiche di conoscenza di quanto è avvenuto, riconsiderare le relazioni tra teoria e pratica/esperienza, costruire solidarietà e fiducia reciproca, storia alternativa delle donne e memoria storica collettiva. Le donne possono così trasformare il dolore che hanno vissuto in un'altra forma di resistenza.
Le donne in questo modo diventano soggetti di una ricostruzione della memoria che restituisca loro la dignità, non confinandole nel ruolo di vittime mute.
Donne in nero – Casa delle Donne di Torino
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