Si sente parlare di un imminente
intervento militare in Libia, con l’Italia a fare da capofila.
Si sentono notizie di un
probabile invio di truppe ed armi in Iraq, a controllare la diga di Mosul e
proteggere la ditta che ha avuto l’appalto per la manutenzione.
Sappiamo che dalla Sardegna
partono continuamente tonnellate di bombe per rifornire l’Arabia Saudita, che
sta bombardando lo Yemen, con migliaia di vittime civili. E questo in evidente
violazione della legge 185/1990, che vieta la vendita di armi a paesi in
guerra; Rete Disarmo ha presentato per questo un esposto alla Magistratura
(vedi http://www.disarmo.org/rete/a/42663.html
)
Immemori o noncuranti del
fallimento di tutte le imprese militari degli ultimi decenni, i responsabili
della politica estera e militare del nostro paese continuano a mettere in
cantiere nuove guerre, a spendere miliardi in armamenti, a rifornire indirettamente
di armi quel terrorismo che dicono di voler combattere.
Mentre aumenta nel mondo il
numero dei disperati in fuga da guerre e regimi disumani, il nostro governo
intrattiene rapporti di collaborazione economica e sovente anche militare con
governi autoritari e responsabili di gravi violazioni della legalità internazionale e dei diritti umani, come Egitto, Turchia,
Arabia Saudita. La situazione della popolazione palestinese dei Territori
Occupati è ormai invivibile e la complicità del nostro governo con quello di
Israele è vergognosa.
Certo le ragioni di chi
ripudia la guerra e cerca la faticosa strada della mediazione e dell’azione
nonviolenta sono quanto mai inascoltate, sovente derise. Ma non vogliamo né possiamo
rassegnarci.
Ci associamo all’appello
lanciato nei giorni scorsi da Alex Zanotelli
(vedi: http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/editoriali/autorivari_1454097145.htm)
Chiediamo a tutti e tutte
coloro che ripudiano la guerra di diffonderlo.
Mettiamoci idealmente a fianco
delle popolazioni senza voce e senza speranze, per protestare contro la
produzione e la vendita di armi, contro le nuove bombe atomiche in arrivo in
Italia, contro la preparazione di nuove guerre
e la collaborazione con chi viola i diritti umani.
(CONDIVIDIAMO E FACCIAMO NOSTRO QUESTO COMUNICATO DELLE DONNE IN NERO DI ALBA)
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