Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

11 aprile 2019



Nel 1916 Susan Glaspell ­– scrittrice e drammaturga americana, tra le fondatrici del Provincetown Players e vincitrice del premio Pulitzer per il teatro nel 1931 – sulla base di un caso giudiziario che aveva seguito come giornalista sedici anni prima, pubblicò un racconto con il titolo A Jury of Her Peers (trad. it., Una giuria di sole donne, Palermo 2006). 
L’opera ebbe immediatamente un grandissimo successo ed è tuttora oggetto di studio e discussione nei corsi e nei seminari di discipline giuridiche. Essa narra la storia Minnie Foster, una donna maltrattata dal marito, John Wright, tratta in arresto perché sospettata di averlo strangolato nel sonno con una grossa corda.
Nella casa isolata costruita in una conca, dove “anche i pioppi sparsi tutto intorno parlavano di solitudine”, si recano lo sceriffo e il procuratore accompagnati dalle rispettive mogli. Rimaste sole nella cucina, le due donne colgono i segni della disperazione di Minnie e si rammaricano di non aver saputo offrire aiuto a Minnie permettendo che vivesse isolata in balìa di un marito violento.
L’idea che le donne abbiano bisogno del sostegno di una comunità femminile che sappia vedere e proteggere, di una filosofia legale alternativa che sappia riconoscere la violenza e sfidare le categorie giuridiche convenzionali, è alla base della riflessione femminista contemporanea sui temi della giustizia in rapporto alla violenza contro le donne.

PRATICHE DI GIUSTIZIA FEMMINISTA

Proseguono gli incontri del gruppo di riflessione e pratica di giustizia femminista che si tengono a Lìbrati la seconda domenica del mese. Gli incontri si svolgono liberamente, sono pensati come momenti di presa di parola pubblica e ascolto sulle esperienze di ingiustizia, violenza, discriminazione che ciascuna donna vive e sperimenta nella vita quotidiana. La pratica della presa di parola e dell’ascolto si inseriscono quindi in una riflessione che serve ad avere consapevolezza della vita che viviamo nelle nostre relazioni con gli uomini e con il mondo.
La riflessione su di noi si è articolata ponendo l’attenzione sul come agiscono parole e i silenzi all’interno di relazioni famigliari o di coppia sbilanciate sul potere e la prevaricazione. Il silenzio talvolta è parola: il silenzio parla e non va frainteso ma compreso.
Abbiamo riflettuto e capito che le parole non sono una strada facile. Parlare comporta delle trasformazioni che non sono mai indolori. A volte la parola è una scelta, a volte è un passaggio obbligato, spesso è una strettoia. Parlare è insieme possibilità e perdita, comunque strada irrevocabile.

Il senso degli incontri e del nostro stare insieme parlando e ascoltando è capire il mondo, le donne, migliorare il mondo, dare giustizia alle donne che hanno vissuto un torto, una violenza, una discriminazione, un’ingiustizia promuovendo la relazione tra noi come strada per far sì che parola non significhi solitudine.


L’incontro è aperto a tutte le donne.


05 aprile 2019

Donne in Nero e Centro Pandora
invitano alla proiezione di

SULLE SUE SPALLE
un film di Alexandria Bombach

10 aprile 2019 alle 20.30
Sala Fronte del Porto
via Santa Maria Assunta, 20

Ingresso libero

Nadia Murad, Premio Nobel 2018 per la Pace, è una sopravvissuta: aveva appena 20 anni la notte del 3 agosto 2014, quando l’Isis attaccò Sinjar, la sua città natale, e sterminò la sua famiglia insieme a gran parte della popolazione di fede Yazidi. Lei fu catturata, subì ogni genere di violenza e solo per una coincidenza riuscì a mettersi in salvo.
Ora Nadia è diventata il volto di un popolo dimenticato e, giorno dopo giorno, combatte una battaglia difficile e dolorosa, quella per la memoria. Dai campi di profughi in Grecia ai raduni di sopravvissuti a Berlino, dal Parlamento canadese alla sede della Nazioni Unite, questa ragazza giovanissima continua a raccontare la sua storia e trova il coraggio di ripercorre ancora una volta quei momenti terribili, riaprendo ferite recenti. Perché quanto è accaduto e sta tuttora accadendo non passi sotto silenzio. Perché la sua voce diventi il grido di speranza di un intero popolo.
Il film "Sulle sue spalle" la segue in questo suo impegno per la giustizia.