Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

29 settembre 2012

NONVIOLENZA vuol dire RIPUDIO DELLA GUERRA



2 ottobre

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA

anniversario della nascita di Gandhi (2 ottobre 1869)

«Al momento della votazione per l'art. 11, cioè quello contro la guerra - "L'Italia ripudia la guerra”, è stato scelto il termine più deciso e forte - tutte le donne che erano lì, 21, siamo scese nell'emiciclo e ci siamo strette la mano tutte insieme, eravamo una catena, e gli uomini hanno applaudito.
E per questo, quando ora vedo tutti questi mezzucci per giustificare i nostri interventi italiani nelle varie guerre che aborriamo, io mi sento sconvolta perchè penso a quel momento, penso a quelle parole e penso che se non sono le donne che difendono la pace prima di tutto non ci sarà un avvenire per il nostro paese e per tutti i paesi del mondo.»
(Da un'intervista a Teresa Mattei, partigiana,
a Radio3 Mondo, 2 giugno2006)


NONVIOLENZA significa resistenza attiva ad ogni forma di violenza e, innanzitutto, alla guerra, espressione massima della violenza umana.
NONVIOLENZA vuol dire RIPUDIO DELLA GUERRA: oggi in Italia ciò significa uscire dalle guerre fatte in nome nostro contro il dettato costituzionale (art.11).

Senza armi e strutture militari non ci sarebbero guerre.
Il nostro governo, anche in questo momento di grave crisi economica, continua a sperperare risorse in spese militari. Solo qualche dato:

-        Il bilancio 2011 delle forze armate è stato di 23 miliardi di euro: con questi soldi si sarebbe coperta la spesa sanitaria della Regione Veneto per due anni e mezzo.
-        Per la missione in Afghanistan si spengono più di 2 milioni di euro al giorno: 500 giorni di missione costano come un anno di spesa sociale della Regione Veneto.
-        La Difesa spende 10 miliardi di euro per l’acquisto di 90 cacciabombardieri F35: con il costo di un solo aereo si potrebbe pagare l’indennità di disoccupazione mensile a 150.000 lavoratori.

SENZA LA DIFFUSIONE DI una cultura MILITARISTA che crea continuamente un nemico da temere (il diverso, lo straniero, chi è “altro da noi”) e che ritiene normale, anzi giusto, il ricorso alla armi, non ci sarebbero guerre.

Noi pensiamo che l’uso della violenza e la cultura delle armi siano le più assurde, le più stupide, le più crudeli attività che l’uomo abbia messo  in campo nel corso della storia.
Ci chiediamo: perché nessuno descrive lo scenario provocato dalle guerre da noi supportate? Lutti, terrore, disperazione, stragi di civili, tabula rasa dei diritti costituzionali e internazionali, accaparramento da parte delle potenze occidentali di risorse per mantenere il loro modello di sviluppo. Lʼunica cosa certa è che le numerose guerre degli ultimi 20 anni non hanno risolto alcun conflitto, anzi spesso hanno lasciato una situazione peggiore. 

Nel ricordo di Gandhi che ha insegnato e praticato la lotta nonviolenta contro l’ingiustizia e l’occupazione straniera rifuggendo dal ricorso alle armi, invitiamo a riflettere sullo sperpero di risorse per perpetuare la logica della guerra che produce solo morte odio e altra violenza.

nonviolenza significa opporsi a ogni pratica di guerra con pratiche di pace


BASTA!
NON Più terra, non più soldi, non più fabbriche per la guerra!

Donne in Nero di Padova 
Piazzetta Garzeria – Padova 
2 ottobre 2012 - h 17.30

donneinnero.padova@gmail.com

http://controlaguerra.blogspot.it/


22 settembre 2012

La guerra e le donne

Tanto per  ricordare:

" Al momento della votazione per l'articolo 11, cioè quello contro la guerra - "L'Italia ripudia la guerra ", è stato scelto il termine più deciso e forte-tutte le donne che erano lì,ventuno, siamo scese nell'emiciclo e ci siamo strette la mano tutte insieme, eravamo una catena, e gli uomini hanno applaudito.
E per questo, quando ora vedo tutti questi mezzucci per giustificare i nostri interventi italiani nelle varie guerre che aborriamo,io mi sento sconvolta perchè penso a quel momento, penso a quelle parole e penso che se non sono le donne che difendono la pace prima di tutto non ci sarà un avvenire per il nostro paese e per tutti i paesi del mondo"

da un'intervista a Teresa Maffei a Radio tre mondo, 2 giugno 2006

20 settembre 2012

07 settembre 2012

1000 PENSIERI PER LA PACE: UNA SPERANZA PER LA COLOMBIA


DALLA COLOMBIA UNA SPERANZA DI PACE

Amiche e amici. E' l'ora della pace. Vi ringraziamo per diffondere il presente comunicato. 
        COMUNICATO STAMPA No. 12 - 2012 
Benvenuto ai negoziati di pace  

Noi Mujeres de la Ruta Pacífica sosteniamo il processo di negoziazione.   Sí alla pace !
  
Bogotá, 5 settembre 2012. La Ruta Pacífica de las Mujeres, formata da 300 organizzazioni di donne di tutto il paese e  organizzate in 9 regioni: Bolívar, Santander, Antioquia, Risaralda, Chocó, Valle del Cauca, Cauca, Putumayo y Bogotá, appoggia e sostiene l' “Accordo Generale per la fine del Conflitto”  firmato tra il Governo nazionale e la guerriglia delle Farc. 
E' il momento propizio per la pace e tutte le mujeres della Ruta Pacífica sosteniamo il Processo e riteniamo che devono essere la parola e la ragione, nel rispetto per l'essere umano, a prevalere affinché il Governo e gli insurgentes si siedano a negoziare.
Come donne femministe e pacifiste riteniamo necessario sradicare l'accettazione e giustificazione della violenza da qualsiasi parte vengano e comprendiamo che per ottenere una pace stabile e duratura si deve partire dall'accettazione della differenza in un dialogo includente che unisca le voci dei diversi settori della società e si lavori affinché un'agenda sociale e politica possa continuare come rivendicazione nel postconflitto.
 

Benvenuto ai dialoghi, benvenuto al Processo di Pace.
 

E' ora di fermare la guerra
La chiave della pace è anche nostra


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Comunicaciones
Ruta Pacífica de las Mujeres
Tel: 2 229145 /46
Cel: 313 3337959 - 3005553307

1000 PENSIERI CONTRO LA GUERRA: TAGLIAMO LE SPESE MILITARI


SPESE MILITARI
Cancellare l'acquisizione dei novanta cacciabombardieri F35 (8 miliardi di euro)
Cancellare - rilanciando la campagna «Taglia le ali alle armi!» - il programma di acquisizione di novanta cacciabombardieri F35 (risparmio: 8 miliardi di euro), ridurre di un terzo (cioè quasi sessantamila unità) gli organici delle Forze Armate (risparmio: poco meno di tre miliardi di euro), ritirare le truppe dall'Afganistan (risparmio: oltre 600 milioni di euro), ridurre gli altri programmi di sistemi d'arma (fregate Fremm, fregate «Orizzonte», sommergibili U-212, risparmio: 600 milioni di euro), fermare l'approvazione della legge delega sul riordino della Difesa (che ci costerà nei prossimi anni oltre 120 miliardi di euro): queste alcune delle proposte che Sbilanciamoci! proporrà il prossimo autunno durante la discussione della legge di stabilità e del bilancio dello Stato.
Una parte di questi soldi dovrebbero essere destinati al servizio civile (200 milioni di euro), alla cooperazione allo sviluppo (400 milioni) e alla riconversione dell'industria bellica (150 milioni), il resto a fronteggiare la crisi con provvedimenti di sostegno al reddito e di protezione sociale.

(DAL MANIFESTO, 7.8.2012