UN GESTO DI PACE: NON COMPRARE PRODOTTI CHE SOSTENGONO LA GUERRA !
Da tanto, troppo tempo, donne e uomini di tutto il mondo (Israele incluso) chiedono una pace giusta tra israeliani e palestinesi, che riconosca al popolo palestinese il diritto all'autodeterminazione.
Ma lo Stato d'Israele continua nel suo percorso di acquisizione di terra negando ai Palestinesi il diritto a vivere, con la costruzione del muro dell'apartheid che ha di fatto spezzettato la continuità territoriale della Cisgiordania e che rende impossibile la vita, lo studio, la cura della salute, le attività economiche, in particolare la coltivazione dei campi. Così l'economia palestinese è sempre più in agonia.
Vogliamo dirvi di Bil'in, un villaggio palestinese della Cisgiordania, che vuole continuare ad esistere, che lotta per salvaguardare la sua terra, i suoi uliveti, le sue risorse e la sua libertà. Lo Stato di Israele, annettendosi il 60% delle terre di Bil'in per costruirci il muro di separazione, sta distruggendo questo villaggio giorno dopo giorno. Sostenuti da attivisti israeliani e internazionali, gli abitanti di Bil'in manifestano pacificamente tutti i venerdì davanti al "cantiere della vergogna". E tutti i venerdì l'esercito israeliano risponde con l'uso della violenza fisica e morale, provocando moltissimi feriti e uccidendo nel 2009 Bassem Abu Rahmah di 30 anni e il 31 dicembre 2010 sua sorella Jawaher di 36 anni.
Vogliamo ricordarvi di Gaza. Dopo l'aggressione avvenuta un anno fa, con 1400 morti – in gran parte civili, circa un terzo bambini – e migliaia di feriti, Gaza continua ad essere la prigione a cielo aperto più grande del mondo, con 1.500.000 abitanti a cui viene negato ogni diritto, persino l'arrivo degli aiuti umanitari.
Per questo noi aderiamo alla campagna internazionale, promossa da associazioni palestinesi, e sostenuta anche da donne e uomini israeliani che rifiutano la politica di guerra del loro governo, per boicottare i prodotti israeliani provenienti dai territori palestinesi occupati da Israele. Questa campagna chiede a tutti, con un piccolo gesto consapevole, di non aiutare l'economia di guerra israeliana, di non tramutare le merci in sostegno alla guerra.
E' un gesto pacifico che chiediamo alle donne e agli uomini che desiderano la pace.
E' un gesto concreto nonviolento che può toccare gli interessi economici di Israele e riportare in agenda la costruzione di una pace giusta per la Palestina.
VI INVITIAMO A NON COMPRARE MERCI ISRAELIANE PRODOTTE NEI TERRITORI OCCUPATI E MERCI DI SOCIETA' ISRAELIANE O MULTINAZIONALI CHE SOSTENGONO L'APARTHEID E L'OCCUPAZIONE.
Coordinamento Padovano Campagna Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni
Per adesioni e informazioni:
Giuliana Ortolan – Donne in Nero: orvivia@gmail.com
Gianna Benucci – Associazione per la Pace: giovannabenucci@tin.it
Ecco alcuni MARCHI da BOICOTTARE, i cui prodotti sono reperibili nei nostri supermercati:
NON COMPRIAMOLI !
Carmel - Jaffa
Tutta la frutta e verdura prodotta dalle colonie israeliane nei Territori Occupati ha il marchio Carmel o Jaffa. Nella Valle del Giordano la colonizzazione israeliana controlla in modo diretto il 95% della terra palestinese, con basi militari, 30 colonie illegali e immense piantagioni. Ai Palestinesi della Valle non è consentito costruire o ristrutturare le proprie case, scavare pozzi o trasportare liberamente i loro pochi prodotti agricoli ai mercati. Mentre i loro ortaggi marciscono ai posti di blocco, quelli delle colonie vengono speditamente esportati in Europa attraverso la "Carmel-Agrexco". L'80% dei prodotti della Carmel viene esportato in Europa, attraverso la Francia, la Spagna e dalla scorsa estate anche attraverso l'Italia, al porto di Vado Ligure (Savona). Pompelmi, avocado, melograni, mango, datteri e altri prodotti con il marchio Carmel e Jaffa sono venduti in tutti i principali supermercati italiani.
Madi Ventura
E' un'altra azienda italiana che importa prodotti israeliani, specializzata nel trattamento e nell'importazione di frutta. La Madi Ventura importa e commercializza arachidi da Israele e le confezioni recano soltanto la scritta "Made in Israel", senza indicare il luogo esatto di provenienza, che potrebbe quindi essere in realtà territorio palestinese occupato.
Ahava
Cosmetici: questo marchio usa il sale, i minerali e il fango del Mar Morto, risorse naturali estratte nei territori occupati della Cisgiordania. I prodotti sono fabbricati nell'insediamento israeliano illegale di Mitzpe Shalem.
L'Oreal / The Body Shop
Quest'azienda di cosmetici e profumi è conosciuta per i suoi investimenti e le attività di produzione in Israele, compresa la produzione in Migdal Haemek, la "Silicon Valley" di Israele, costruita sul terreno di un villaggio palestinese, Al-Mujaydil, vittima di pulizia etnica nel 1948. Nel 1998, un rappresentante dell'Oreal è stato premiato dal Primo Ministro israeliano Netanyahu per aver rafforzato l'economia israeliana.
Lavazza
La Lavazza da oltre due decenni è leader nel mercato israeliano del caffé, delle macchine per bar e uffici, dell'architettura e dell'arredamento dei locali, attraverso la ditta israeliana Gils Coffee Ltd. Il boicottaggio della Lavazza è raccomandato dalla Coalizione israeliana delle Donne per la Pace, anche per il legame diretto fra la Lavazza stessa e la Eden Springs Ltd., azienda israeliana che dal 2002 detiene i diritti per la distribuzione delle macchine per il caffé e delle capsule di caffè "Lavazza – Espresso Point". La Eden Springs imbottiglia e
distribuisce l'acqua delle Alture del Golan, territorio siriano occupato e colonizzato illegalmente da Israele dal 1967.
PER SAPERNE DI PIU': www.bdsmovement.org; www.whoprofits.org; www.coalitioncontreagrexco.com
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