Donne in Nero – Centro Pandora
centropandorapadova@gmail.com- controlaguerra.blogspot.it
8 MARZO CON LE DONNE AFGHANE
“La guerra non restaura diritti, ridefinisce i poteri” (Hannah Arendt)
Negli ultimi decenni le condizioni di vita delle donne afghane
erano migliorate: si erano affermate in varie professioni, anche
come giornaliste, hanno ricoperto incarichi politici, si erano
liberate dell’obbligo di nascondere il proprio corpo, sono state
attive nelle Organizzazioni Non Governative, hanno creato Case
rifugio per le vittime di violenza ecc. soprattutto nelle città. Ma
è bastato poco, solo qualche mese, che, con il ritorno al potere
dei Talebani, le donne non possono più viaggiare, se non
accompagnate da un parente di sesso maschile, molte di loro non
possono tornare al lavoro, la maggioranza delle scuole
secondarie del Paese è chiusa per le ragazze. Le donne sono state
così ricacciate nell’invisibilità della casa e del Burqa.
L’Afghanistan, dopo un’inutile guerra condotta sotto la bandiera della “Libertà per le donne!”, è stato
riconsegnato ad un regime dispotico, sessista, misogino.
Come ovunque, anche in Afghanistan, i diritti conquistati, anche attraverso anni di lotte e sofferenze,
non sono mai definitivi, anzi è molto facile perderli
Di fronte alla brutalità di tali scelte, donne di tutte le età hanno dato vita a proteste e manifestazioni spontanee,
a Herat, Jalalabad, Mazar-i-Sharif, Kabul. Coraggiose e determinate, hanno sfidato un sistema di potere che
vorrebbe ricondurle alla completa sottomissione, all’invisibilità politica e culturale, al silenzio. I talebani
hanno reagito con violenza al loro protagonismo, picchiandole, minacciandole insieme ai familiari, mettendo
a rischio la loro vita. Gli stessi rischi corrono quelle donne coraggiose e determinate che nelle loro case
clandestinamente tengono corsi scolastici per ragazze. A tutte loro esprimiamo la nostra vicinanza e sollecita
partecipazione.
Rispondendo all’appello delle attiviste afghane di RAWA, come Donne in Nero ci rivolgiamo ai Paesi
dell’Unione Europea e in primis al Governo italiano che sono corresponsabili della disastrosa situazione
attuale e chiediamo con forza:
• di dare supporto e protezione alle donne afghane in fuga, assicurando loro un’accoglienza dignitosa e
garantendo il rilascio di visti umanitari e l’accesso al diritto d’asilo;
• di aprire corridoi umanitari e di favorire i ricongiungimenti familiari con chi vive in Europa;
• di porre fine ai respingimenti dei richiedenti asilo bloccati lungo la Rotta balcanica;
• di tutelare la vita di quanti e quante rimarranno in Afghanistan, sostenendo la loro richiesta di poter
esercitare i diritti umani, compreso il diritto all’autodeterminazione;
• di porre fine al commercio di armi del complesso industriale militare, che trae profitto dalle guerre
in corso in Afghanistan e in altre parti del mondo.
SIT-IN a PADOVA angolo via S. Fermo-Piazza Garibaldi
2 MARZO 2022 dalle 17.00 alle 18.00
Chi volesse contribuire ad aiutare le donne afghane anche con una piccola cifra può farlo con un
bonifico sul conto del CISDA (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane onlus) specificando
nell’oggetto “DONAZIONE LIBERALE – EMERGENZA AFGHANISTAN”
BANCA POPOLARE ETICA agenzia via Scarlatti 31 – Milano
IBAN: IT74Y0501801600000011136660
Nessun commento:
Posta un commento