Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

22 marzo 2010

Campgna di boicottaggio a sostegno della fine dell’occupazione della terra palestinese



UN GESTO DI PACE: NON COMPRARE PRODOTTI CHE SOSTENGONO LA GUERRA !

Da tanto, troppo tempo, donne e uomini di tutto il mondo (Israele incluso) chiedono una pace giusta tra israeliani e palestinesi, che riconosca al popolo palestinese il diritto all'autodeterminazione.

Ma lo Stato d'Israele continua nel suo percorso di acquisizione di terra negando ai Palestinesi il diritto a vivere, con la costruzione del muro dell'apartheid che ha di fatto spezzettato la continuità territoriale della Cisgiordania e che rende impossibile la vita, lo studio, la cura della salute, le attività economiche, in particolare la coltivazione dei campi. Così l'economia palestinese è sempre più in agonia.


Vogliamo dirvi di Bil'in, un villaggio palestinese della Cisgiordania, che vuole continuare ad esistere, che lotta per salvaguardare la sua terra, i suoi uliveti, le sue risorse e la sua libertà. Lo Stato di Israele, annettendosi il 60% delle terre di Bil'in per costruirci il muro di separazione, sta distruggendo questo villaggio giorno dopo giorno. Sostenuti da attivisti israeliani e internazionali, gli abitanti di Bil'in manifestano pacificamente tutti i venerdì davanti al "cantiere della vergogna". E tutti i venerdì l'esercito israeliano risponde con l'uso della violenza fisica e morale, provocando moltissimi feriti e uccidendo l'anno scorso Bassem Abu Rahmah di 30 anni. Solo dal giugno 2009 sono stati arrestati 31 palestinesi.

Vogliamo ricordarvi di Gaza. Dopo l'aggressione avvenuta un anno fa, con 1400 morti – in gran parte civili, circa un terzo bambini – e migliaia di feriti, Gaza continua ad essere la prigione a cielo aperto più grande del mondo, con 1.500.000 abitanti a cui viene negato ogni diritto, persino l'arrivo degli aiuti umanitari.


Per questo noi Donne in Nero aderiamo alla campagna internazionale, promossa da associazioni palestinesi, e sostenuta anche da donne e uomini israeliani che rifiutano la politica di guerra del loro governo, per boicottare i prodotti israeliani provenienti dai territori palestinesi occupati da Israele. Questa campagna chiede a tutti, con un piccolo gesto consapevole, di non aiutare l'economia di guerra israeliana, di non tramutare le merci in sostegno alla guerra.

E' un gesto pacifico che chiediamo alle donne e agli uomini che desiderano la pace.

E' un gesto concreto nonviolento che può toccare gli interessi economici di Israele e riportare in agenda la costruzione di una pace giusta per la Palestina.

VI INVITIAMO A NON COMPRARE MERCI ISRAELIANE PRODOTTE NEI TERRITORI OCCUPATI E MERCI DI SOCIETA' ISRAELIANE O MULTINAZIONALI CHE SOSTENGONO L'APARTHEID E L'OCCUPAZIONE.


Donne in Nero - Padova 3 febbraio 2010



Ecco alcuni MARCHI da BOICOTTARE, i cui prodotti sono reperibili nei nostri supermercati:


NON COMPRIAMOLI !


Carmel - Jaffa

Tutta la frutta e verdura prodotta dalle colonie israeliane nei Territori Occupati ha il marchio Carmel o Jaffa. Nella Valle del Giordano la colonizzazione israeliana controlla in modo diretto il 95% della terra palestinese, con basi militari, 30 colonie illegali e immense piantagioni. Ai Palestinesi della Valle non è consentito costruire o ristrutturare le proprie case, scavare pozzi o trasportare liberamente i loro pochi prodotti agricoli ai mercati. Mentre i loro ortaggi marciscono ai posti di blocco, quelli delle colonie vengono speditamente esportati in Europa attraverso la "Carmel-Agrexco". L'80% dei prodotti della Carmel viene esportato in Europa, attraverso la Francia, la Spagna e dalla scorsa estate anche attraverso l'Italia, al porto di Vado Ligure (Savona). Pompelmi, avocado, melograni, mango, datteri e altri prodotti con il marchio Carmel e Jaffa sono venduti in tutti i principali supermercati italiani.

Madi Ventura

E' un'altra azienda italiana che importa prodotti israeliani, specializzata nel trattamento e nell'importazione di frutta. La Madi Ventura importa e commercializza arachidi da Israele e le confezioni recano soltanto la scritta "Made in Israel", senza indicare il luogo esatto di provenienza, che potrebbe quindi essere in realtà territorio palestinese occupato.

Ahava

Cosmetici: questo marchio usa il sale, i minerali e il fango del Mar Morto, risorse naturali estratte nei territori occupati della Cisgiordania. I prodotti sono fabbricati nell'insediamento israeliano illegale di Mitzpe Shalem.


L'Oreal / The Body Shop

Quest'azienda di cosmetici e profumi è conosciuta per i suoi investimenti e le attività di produzione in Israele, compresa la produzione in Migdal Haemek, la "Silicon Valley" di Israele, costruita sul terreno di un villaggio palestinese, Al-Mujaydil, vittima di pulizia etnica nel 1948. Nel 1998, un rappresentante dell'Oreal è stato premiato dal Primo Ministro israeliano Netanyahu per aver rafforzato l'economia israeliana.


Lavazza

La Lavazza da oltre due decenni è leader nel mercato israeliano del caffé, delle macchine per bar e uffici, dell'architettura e dell'arredamento dei locali, attraverso la ditta israeliana Gils Coffee Ltd. Il boicottaggio della Lavazza è raccomandato dalla Coalizione israeliana delle Donne per la Pace, anche per il legame diretto fra la Lavazza stessa e la Eden Springs Ltd., azienda israeliana che dal 2002 detiene i diritti per la distribuzione delle macchine per il caffé e delle capsule di caffè "Lavazza – Espresso Point". La Eden Springs imbottiglia e distribuisce l'acqua delle Alture del Golan, territorio siriano occupato e colonizzato illegalmente da Israele dal 1967.



PER SAPERNE DI PIU': www.bdsmovement.org; www.whoprofits.org; www.coalitioncontreagrexco.com

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