Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

26 novembre 2013

NON IN NOME NOSTRO GLI ACCORDI DEL GOVERNO ITALIANO CON IL GOVERNO ISRAELIANO


NO AL VERTICE DELLE COMPLICITÀ

Il 2 dicembre si terrà il Vertice intergovernativo tra Italia e Israele, 4° incontro bilaterale di una serie iniziata nel 2010 per rafforzare le relazioni in campo militare, economico e culturale. Scarse sono le informazioni sul prossimo vertice, come su tutti quelli che lo hanno preceduto. È un problema di mancata trasparenza che ha caratterizzato in generale gli accordi, in particolare quelli esplicitamente militari, a partire dal Memorandum tuttora segreto del 2003, seguito dalla legge 94 del 2005 (“Accordo generale di  cooperazione tra Italia e Israele nel settore della difesa”).


La cooperazione militare in corso tra i due paesi riguarda la compravendita di armi, di sistemi d'arma, di sistemi di controllo e comunicazione, l'addestramento e la formazione di personale militare e le esercitazioni congiunte: due si sono svolte a fine 2011 in Sardegna e nel deserto del Negev; la prossima si svolge in questi giorni nel sud di Israele ed è considerata particolarmente importante da Israele per rafforzare la cooperazione con la NATO, avviata con un accordo del dicembre 2008.
Come esempio di quanto la cooperazione scientifica abbia a che fare col militare, citiamo la 4ª “Conferenza Annuale sulla Cyber Warfare-Protezione Cibernetica delle Infrastrutture Nazionali” tenutasi a Roma nel 2013 presso l'Università la Sapienza. Spesso le collaborazioni tra università italiane e israeliane si risolvono in un sostegno reciproco alla ricerca in campo bellico o della sicurezza, dato che le istituzioni accademiche israeliane contribuiscono a sviluppare strumenti per il controllo dei Territori Palestinesi occupati.
Anche dietro agli accordi commerciali si nascondono attività che realizzano profitti sostenendo l’occupazione e la repressione: l’azienda italiana Pizzarotti ad esempio è coinvolta nella realizzazione di un treno veloce che espropria terreni palestinesi.

L’esercito israeliano mantiene il controllo militare dei Territori Palestinesi attraverso più di 500 check-point, posti di blocco che impediscono la mobilità così come il MURO di ormai 700 Km che circonda e isola villaggi e città della Palestina e continua a essere costruito, malgrado sia stato dichiarato illegale nel 2004 dalla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia; l’occupazione si sviluppa e si radica tramite l’espropriazione di terreni da cui sono cacciati i palestinesi e su cui si costruiscono insediamenti blindati, abitati da coloni israeliani, insediamenti che rubano preziose risorse palestinesi come l’acqua e terreni agricoli fertili: tutte queste sono violazioni della legalità internazionale e dei diritti umani.







L’Unione Europea lungi dal conformarsi alle regole generali del diritto internazionale mantiene relazioni militari, commerciali, culturali e politiche con Israele, politiche che in pratica sostengono l’occupazione e la colonizzazione nei confronti dei palestinesi e, di conseguenza, le violazioni del diritto internazionale commesse da Israele ai danni della Palestina; così si rende essa stessa colpevole di fatti internazionalmente illegittimi che coinvolgono la sue responsabilità internazionale. L’Unione Europea è quindi complice.

Anche il governo italiano è complice: mantiene e rafforza le sue relazioni con il governo israeliano, non tiene per niente in conto i diritti e le ragioni del popolo palestinese, e lo fa malgrado le stragi impunite come l'operazione “Piombo fuso” contro Gaza del 2008-2009. Così come vengono lasciate impunite le minacce alla possibilità di sopravvivenza delle donne e degli uomini palestinesi, sottoposte/i al continuo rischio di uccisione, di cattura e detenzione, di demolizione delle case, di ulteriore sottrazione di territori per espandere le colonie, di perdita delle risorse come l’acqua e gli ulivi, di trasferimento forzato, di espulsione.


Collaborare vuol dire diventare complice e corresponsabile dei crimini di Israele
Non è questa la politica che noi crediamo giusta,
come cittadine/i italiane/i la rifiutiamo e ancora una volta diciamo
NON IN NOSTRO NOME

Per ribadire un forte No a questi accordi sabato 30 novembre si manifesta a Roma, Torino e altre città italiane. A Padova siamo in piazzetta Garzeria alle 11.

Donne in Nero     Associazione per la Pace

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