Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

02 giugno 2017

SIAMO SEMPRE PIÙ IN GUERRA

La guerra continua, continuano le stragi. Non una voce si leva nelle istituzioni a chiedere pace, smilitarizzazione, disarmo; non una voce si leva nelle istituzioni a chiedere di tornare al rispetto dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica che ripudia la guerra.
Da chi ci governa le vittime dell'orrore in fuga dalle guerre, dalle dittature, dalla schiavitù e dalla fame sono considerate meno che persone, calpestate e maltrattate. Con i carnefici invece si fanno buoni affari, li si arma sempre più.


Come cittadine di questo paese e come donne impegnate contro guerre e militarismi seguiamo con crescente preoccupazione l’aggravarsi della partecipazione dell’Italia alle prospettive belliche volute da troppe potenze mondiali. Riteniamo perciò nostro diritto e dovere seguire con la massima attenzione le scelte del Governo italiano, e aggiornare di continuo le notizie che diffondiamo e che danno informazioni sempre più gravi.

·       Da mesi il Governo italiano sta normalizzando la guerra. Dal 31 dicembre è entrata in vigore la Legge Quadro sulle missioni militari all’estero che legalizza tutte le operazioni militari fuori dai confini nazionali in contrasto con il ripudio della guerra sancito dall’art. 11 della Costituzione.

·       A fine aprile l’Italia risultava ufficialmente impegnata in 30 missioni internazionali con 7.459 militari, con una spesa complessiva prevista per il 2017 di 1,13 miliardi di euro.

·       Purtroppo però si è saputo che il Governo degli Stati Uniti sta chiedendo ai paesi della NATO di contribuire con proprie truppe all’aumento dei militari in Afghanistan. La risposta dell’Italia sarà certamente positiva, con conseguente crescita sia della spesa per missioni all’estero sia del numero dei soldati che vi partecipano.

·       Nonostante la crisi produca pesanti tagli alle spese sociali,
l'Italia sperpera 64 milioni di euro al giorno nella spesa militare, senza contare i costi sostenuti per le missioni e per i sistemi di armamento. In più, su richiesta della Nato, l’Italia si è impegnata ad aumentare la spesa dall’1,2% al 2% del PIL, ossia a più di 100 milioni di euro al giorno.

·       Ma non basta. Le elaborazioni dell’Istituto svedese SIPRI circa le spese militari nel mondo, hanno certificato il balzo in avanti dell’Italia (+ 11% dal 2015 al 2016): il valore più alto tra i paesi europei.

·       A febbraio 2017 il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge in cui la “difesa della Patria” (art. 52 della Costituzione) viene riformulata come difesa degli “interessi vitali del Paese”. Vi si afferma il diritto di intervenire militarmente a sostegno dei propri interessi economici e strategici ovunque nel mondo si ritenga che essi siano minacciati.

·       Nello stesso periodo la Ministra della Difesa Roberta Pinotti è passata sopra la legge 185/90 che vieta la vendita di armi ai Paesi in guerra o dove non siano rispettati i diritti umani. Su queste basi la Ministra ha preparato il “Libro bianco” che definisce l’industria militare italiana pilastro del sistema Paese”.

·       Nella relazione di fine aprile sull’export di armamenti il Governo italiano si è mostrato del tutto soddisfatto di come si sta consolidando questo “pilastro”: tra il 2015 e il 2016, infatti, è quasi raddoppiato il valore delle autorizzazioni di vendite di armi all’estero (inclusi paesi che calpestano i diritti umani come l’Arabia Saudita o la Turchia).

Di recente Donald Trump ha detto “Dobbiamo ricominciare a vincere le guerre”, noi dichiariamo che dobbiamo invece ricominciare a costruire la pace.

Per dire ancora una volta, e ostinatamente,
NO alle armi, NO alle guerre,
non in nostro nome!
saremo in piazzetta Garzeria a Padova mercoledì 7 giugno alle 18


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