Nessun M346 a Israele
Fin dal 2005 è
operativo uno scellerato accordo di “cooperazione militare”, economica e
scientifica tra il nostro Paese ed Israele. Un accordo che non è stato scalfito
neppure dall’ “Operazione piombo fuso” del dicembre 2008 - gennaio 2009, che ha
visto Israele colpire con il suo “potere aereo” la popolazione palestinese
civile inerme (1400 uccisi, di cui ca 400 bambini). Un’ azione militare brutale, senza giustificazioni, nella
quale sono state usate anche armi sconosciute o già vietate dalle Convenzioni
internazionali (fosforo bianco, bombe D.I.M.E., uranio impoverito) e nella
quale Israele ha commesso crimini di guerra e contro l’umanità (come
documentato dall’ ONU nel “Rapporto Goldstone”). Un’operazione condannata dalle
principali organizzazioni internazionali per la promozione e la difesa dei
diritti umani.
L’Italia, almeno
di fronte a ciò, avrebbe dovuto condannare Israele e recedere da quegli accordi
di cooperazione militare. Ma come avrebbe potuto quando anch’essa, dopo
l’introduzione del “Nuovo Modello di Difesa” nel 1991 - che ammette interventi
militari “ovunque i propri interessi siano minacciati” - viola sistematicamente
l’articolo 11 della nostra Costituzione, che invece “ ripudia la guerra”? Quando partecipa alle iniziative
militari USA e NATO e fa “carta straccia” dello Statuto dell’ONU che voleva
“risparmiare la guerra alle generazioni future”, vietandola esplicitamente ?
Il nostro paese
non avrebbe dovuto sottoscrivere quell’accordo di cooperazione militare perché esso
viola la Legge 185/90 che pone
limiti all’export di armi verso paesi belligeranti; a maggior ragione verso
Israele, paese in conflitto e fuorilegge per la sistematica violazione delle
Risoluzioni ONU e dei pareri della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja a tutela dei
diritti del popolo palestinese.
Il Tribunale Russell (un’istituzione composta da personalità
emerite, giuristi e intellettuali, tra cui diversi premi Nobel) ha infatti
affermato che il popolo palestinese è “soggetto a un regime istituzionalizzato
di dominazione che integra la nozione di Apartheid come definita nel diritto
internazionale”. E lo Statuto della Corte Penale Internazionale all’art. 7
comma 1 include l’Apartheid tra i “crimini contro l’umanità”, definendolo “atto inumano commesso nel contesto di
un regime istituzionalizzato di oppressione sistematica e dominazione di un
gruppo razziale su di un altro, e commesso con l’intento di mantenere quel
regime”.
Invece accade
che, facendo “carta straccia” anche della L.185/90, AleniaAermacchi, la
società di Finmeccanica con sede nazionale e stabilimenti significativi a
Venegono (Varese), si accinge a consegnare ad Israele 30 jet M346 , definiti
come “addestratori tecnologicamente avanzati” ma in realtà già strutturati per essere armati con
missili o bombe. Queste armi verranno sicuramente testate contro i palestinesi,
prima di tutti.
Nella sua
qualità di addestratore l’M346 è finalizzato a formare i piloti all’uso di
cacciabombardieri tecnologicamente
più evoluti tra i quali il “netcentrico” e “invisibile” F35, di cui Israele si
vuole dotare (19 + 56 in opzione), e che anche l’Italia sta purtroppo acquistando per le guerre
future.
Negli ultimi mesi
è cresciuta in Italia una significativa opposizione all’acquisto degli F35 per il loro costo esorbitante ( non
meno di 15 miliardi di euro) che sottrae risorse all’economia civile e ai
settori dello “Stato Sociale” già colpiti dai tagli operati da governi più o
meno tecnici, capaci solo di colpire i più deboli. Ma l’opposizione agli F35
non è certo solo economica; è soprattutto opposizione alla “neoguerra”, pratica affermatasi negli
ultimi 20 anni che chiama “pace” la guerra, e la vorrebbe giustificare come strumento di “sicurezza preventiva”
e di “esportazione di democrazia”, giungendo così a definirla “umanitaria”.
Ma “guerra
umanitaria” è un ossimoro: la guerra provoca solo morti, feriti, distruzioni e
genera odio, rancori e vendette; essa è quanto di più disumano si possa
immaginare.
L’acquisto da
parte di Israele degli M346 e degli F35 – questi ultimi verranno prodotti e periodicamente
revisionati a Cameri (Novara) proprio da AleniaAermacchi – è inoltre inserito all’interno di un
quadro di riarmo ad alta tecnologia, che impegna l’industria bellica israeliana
e che fa perno anche sulle sue armi nucleari (come già denunciò nel 1986 il
fisico israeliano Mordechai Vanunu
che scontò per questo 18 anni di carcere in isolamento). Grazie ad una accorta
manipolazione mediatica Israele, che non ha mai firmato il “Protocollo di Non
Proliferazione Nucleare” e che è ben dotato di armi nucleari, si presenta
come legittimato ad intraprendere una guerra contro l’Iran, che invece
quel Protocollo ha firmato e che afferma di voler utilizzare l’energia prodotta
da generatori nucleari solamente a fini civili. Una guerra questa che dobbiamo
scongiurare a tutti i costi perché, tra l’altro, potrebbe degenerare in un’escalation
incontrollata.
Mai più guerra, avventura senza ritorno.
Questi aerei non devono essere venduti.
Le armi non devono essere prodotte.
Nel maggio di
quest’anno si è già svolto a Varese un importante convegno contro l’F35 e sui
temi del ripudio della guerra, del taglio alle spese militari e della
riconversione al civile.
Chiediamo ai
lavoratori di AleniaAermacchi e di tutte le aziende a produzione militare di
non accettare il ricatto occupazionale e di adoperarsi affinché le fabbriche
non producano strumenti di morte
ma siano destinate alla produzione di beni socialmente utili ed ecologicamente
compatibili.
Tra l’altro, in
questo caso, la “vendita” degli M346 ad Israele sarà “ compensata”dalla
cessione all’Italia di altre armi: infatti a fronte della commessa da 1
miliardo per la fornitura dei 30 velivoli, l’accordo commerciale prevede che noi
acquistiamo da Israele materiale bellico per il valore di 2
miliardi.
Non possiamo più
attendere, diciamo:
Solidarietà ai lavoratori che si trovano costretti
a contraddirsi nell’ etica,
ma NO alla Guerra, NO alle produzioni belliche ed
ai mercanti di morte.
Nessun M346 né altra arma deve essere data ad
Israele.
L’Italia receda dall’accordo di cooperazione
con quel Paese.
Siano riconosciuti i diritti del popolo
palestinese.
Siano garantite Pace e Giustizia per
tutti i popoli di quella regione.
Un nuovo apartheid merita una nuova
mobilitazione.
Uniamo le forze
di tutti quelli che si oppongono alla violenza, alla prepotenza, alla falsità
di chi (parlando di pace e giustizia e facendo la guerra) pratica e
promuove la predazione delle nostre vite, delle nostre speranze, delle nostre
idee, del nostro lavoro. Di chi ci fa continuamente passare sopra la testa,
come malefici cacciabombardieri, scelte di morte, di sopraffazione, di subdolo dominio
finanziario che minano la democrazia e vanificano la sovranità popolare.
Sostenitori della
Palestina, pacifisti, antinucleari, tutori dei beni comuni, ambientalisti,
oppositori di “grandi opere”e servitù militari, associazioni umanitarie,
culturali e sociali, collettivi, reti, lavoratori e rappresentanze sindacali,
disoccupati, precari, studenti, tutti uniti in quanto vittime, o dalla parte
delle vittime…., troviamoci allora in tanti, tanti, arricchiti delle nostre
differenze, nonviolenti, a Venegono Superiore davanti ad AleniaAermacchi, così come
abbiamo fatto in passato davanti alle basi militari di Comiso, Camp Darby, Vicenza,
Solbiate Olona e alle aziende belliche di tutta Italia, così numerose in
provincia di Varese.
VI INVITIAMO ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE
di sabato13 Ottobre 2012
presso l’AleniaAermacchi di Venegono-Varese
Il Comitato promotore varesino (segreteria
tel 0332-238347)
Per adesioni (di
associazioni, gruppi e singole persone) invia una mail a nessunm346xisraele@gmail.com
Venegono (Varese), 30 Giugno 2012
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