Come donne in nero di Padova desideriamo condividere informazioni e riflessioni intorno alla guerra.

Crediamo che la guerra mostri oggi la sua totale crudeltà e inutilità.

11 luglio 2014

ANCORA NON E' PACE NEI BALCANI



Azione di pace “Non dimenticheremo mai il genocidio di Srebrenica"
Le Donne in Nero aggredite a Valjevo

Durante l’azione di pace “Attivismo di pace – attiviste/i in bicicletta”, si è tenuta una vigil l’8 luglio 2014, con inizio alle 18:30 nella piazza principale di Valjevo, dal titolo “Non dimenticheremo mai il genocidio di Srebrenica”, in lutto e in silenzio, come parte della commemorazione del 19° anniversario del genocidio di Srebrenica, quando sono arrivate provocazioni fin dall’inizio sotto forma di fischi.

Tutto è continuato in una sequenza di urla selvagge, bestemmie, sputi e lanci dei seguenti insulti:

-       Puttane,
-       Donne Shiptar (un termine dispregiativo per donne di etnia albanese)
-       Fottetevi in bocca,
-       Avete bisogno di una buona scopata,
-       Vuoi succhiarmelo,
-       Maledette! Indossate il lutto fino alla morte,
-       Che siate sterminate e sterili,
-       Mostri,
-       Idioti, fate attenzione,
-       Avete inventato Srebrenica,
-       L’Olanda ha detto che non è stato genocidio, lo state inventando,
-       Andatevene dalla Serbia,
-       Oh, Pazar! Una nuova Vukovar,
-       Oh Sjenica! Una nuova Srebrenica.

Poi, il gruppo di uomini, uno dei quali vestiva una maglietta con la scritta "Chetniks  Valjevo" e con l’immagine dell'indiziato all'Aja Ratko Mladić, è aumentato in numero e alla fine hanno cominciato a lanciare uova contro di noi. Mentre aumentava il numero dei seguaci di quel gruppo pro-fascista, anche la dimensione delle forze di polizia che proteggevano la manifestazione era stata rinforzata. Allo stesso tempo, l'atmosfera di odio ribolliva, essi diventavano sempre più brutali, fino a che è prevalso un vero e proprio clima di linciaggio.

L’epilogo è stato una aggressione fisica brutale da parte di alcuni di loro contro attiviste/i delle Donne in Nero e partecipanti alla commemorazione in bicicletta da Belgrado a Srebrenica. Nel corso dell’aggressione, nell’atmosfera da linciaggio e tra inviti all’annientamento, sono stati feriti Staša Zajović, Ljiljana Radovanović, Miloš Urošević and Dejan Gašić. Hanno anche cercato di prendere il nostro striscione in quella occasione.

L’attacco contro le Donne in Nero è basato su motivi di genere, sessuali, culturali, ideologici e politici. Nello stesso tempo, gli assalitori di gruppi pro-fascisti sono il logico risultato di parecchi decenni di indottrinamento di ideologia e pratica nazionalista. Essendo stati sconfitti in tutte le guerre che hanno fatto e esclusi da intraprenderne altre, l’attuale ideologia nazionalista si è concentrata sul nemico interno, cioè i/le cittadini/e del proprio paese che hanno opinioni differenti.

L’attacco a attiviste/i dell’azione di pace a Valjevo è anche conseguenza dell’impunità e della violenza non sanzionata. La frequenza di aggressioni contro chi difende i diritti umani, soprattutto contro chi cerca la responsabilità per la guerra e i crimini di guerra, è indicativa di cattiva coscienza dello stato e di degradazione morale della società.

In particolare, durante le aggressioni, le Donne in Nero hanno continuato la propria vigil in silenzio e in lutto, senza rispondere agli insulti, rispettando la dignità delle vittime del genocidio di Srebrenica e di tutti gli altri crimini di guerra che sono stati commessi in nostro nome.

Malgrado siano di fronte agli inviti infuriati al linciaggio e all’enorme ampiezza della violenza, le Donne in Nero continueranno regolarmente la propria commemorazione annuale del genocidio di Srebrenica come le attività programmate precedentemente.

Belgrado, 9 luglio 2014 

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