Azione
di pace “Non dimenticheremo mai il genocidio di Srebrenica"
Le
Donne in Nero aggredite a Valjevo
Durante l’azione di pace “Attivismo di pace – attiviste/i
in bicicletta”, si è tenuta una vigil l’8 luglio 2014, con inizio alle 18:30
nella piazza principale di Valjevo, dal titolo “Non dimenticheremo mai il
genocidio di Srebrenica”, in lutto e in silenzio, come parte della
commemorazione del 19° anniversario del genocidio di Srebrenica, quando sono
arrivate provocazioni fin dall’inizio sotto forma di fischi.
Tutto è continuato in una sequenza di urla selvagge,
bestemmie, sputi e lanci dei seguenti insulti:
- Puttane,
- Donne
Shiptar (un termine dispregiativo per donne di etnia albanese)
- Fottetevi in
bocca,
- Avete
bisogno di una buona scopata,
- Vuoi
succhiarmelo,
- Maledette!
Indossate il lutto fino alla morte,
- Che
siate sterminate e sterili,
- Mostri,
- Idioti, fate
attenzione,
- Avete
inventato Srebrenica,
- L’Olanda
ha detto che non è stato genocidio, lo state inventando,
- Andatevene
dalla Serbia,
- Oh,
Pazar! Una nuova Vukovar,
-
Oh Sjenica! Una nuova Srebrenica.
Poi,
il gruppo di uomini, uno dei quali vestiva una maglietta con la scritta "Chetniks Valjevo" e
con l’immagine dell'indiziato
all'Aja Ratko Mladić, è aumentato in numero e alla fine hanno cominciato a
lanciare uova contro di noi. Mentre aumentava il numero dei seguaci di quel
gruppo pro-fascista, anche la dimensione delle forze di polizia che
proteggevano la manifestazione era stata rinforzata. Allo stesso tempo, l'atmosfera
di odio ribolliva, essi diventavano sempre più brutali, fino a che è prevalso
un vero e proprio clima di linciaggio.
L’epilogo è stato una aggressione fisica brutale da parte
di alcuni di loro contro attiviste/i delle Donne in Nero e partecipanti alla
commemorazione in bicicletta da Belgrado a Srebrenica. Nel corso
dell’aggressione, nell’atmosfera da linciaggio e tra inviti all’annientamento, sono
stati feriti Staša Zajović, Ljiljana Radovanović, Miloš Urošević and Dejan
Gašić. Hanno anche cercato di prendere il nostro striscione in quella occasione.
L’attacco contro le Donne in Nero è basato su motivi di genere,
sessuali, culturali, ideologici e politici. Nello stesso tempo, gli assalitori
di gruppi pro-fascisti sono il logico risultato di parecchi decenni di
indottrinamento di ideologia e pratica nazionalista. Essendo stati sconfitti in
tutte le guerre che hanno fatto e esclusi da intraprenderne altre, l’attuale
ideologia nazionalista si è concentrata sul nemico interno, cioè i/le cittadini/e
del proprio paese che hanno opinioni differenti.
L’attacco a attiviste/i dell’azione di pace a Valjevo è
anche conseguenza dell’impunità e della violenza non sanzionata. La frequenza
di aggressioni contro chi difende i diritti umani, soprattutto contro chi cerca
la responsabilità per la guerra e i crimini di guerra, è indicativa di cattiva
coscienza dello stato e di degradazione morale della società.
In particolare, durante le aggressioni, le Donne in Nero
hanno continuato la propria vigil in silenzio e in lutto, senza rispondere agli
insulti, rispettando la dignità delle vittime del genocidio di Srebrenica e di
tutti gli altri crimini di guerra che sono stati commessi in nostro nome.
Malgrado siano di fronte agli inviti infuriati al
linciaggio e all’enorme ampiezza della violenza, le Donne in Nero continueranno
regolarmente la propria commemorazione annuale del genocidio di Srebrenica come
le attività programmate precedentemente.
Belgrado,
9 luglio 2014
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