NELLA GENERALE
DISATTENZIONE SIAMO IN GUERRA
Nella generale disattenzione il Governo italiano sta normalizzando la guerra. Lo scorso 31 dicembre è
entrata in vigore la Legge Quadro sulle missioni militari all’estero (Legge
n°145/2016) che legalizza tutte le operazioni militari fuori dai confini
nazionali in contrasto con il ripudio della guerra (art. 11 della
Costituzione). A oggi l’Italia è ufficialmente impegnata con le sue forze
armate in 30 missioni internazionali con 7459 militari.
Complessivamente l’Italia nel 2017 spenderà per queste operazioni 1,13 miliardi
di euro.
Nella generale disattenzione il Consiglio dei Ministri ha approvato il 10 febbraio 2017 un disegno di
legge in cui la difesa della Patria (art. 52 della Costituzione) viene
riformulata come difesa degli “interessi vitali del Paese”. Vi si
afferma il diritto di intervenire militarmente a sostegno dei propri interessi
economici e strategici ovunque nel mondo si ritenga che essi siano minacciati,
linguaggio che ci riporta all’Italia del colonialismo, guerra d’Africa e
dintorni.
Nella generale disattenzione il Libro Bianco
preparato dalla Ministra della Difesa Roberta
Pinotti
definisce l’industria militare italiana
“pilastro del sistema Paese”:
tralasciando che la
legge 185/90 vieta la vendita di armi ai Paesi in guerra o
dove non siano rispettati i diritti umani.
Nella generale disattenzione, nonostante la crisi che produce pesanti tagli alle spese sociali,
l'Italia sperpera 64 milioni di euro al giorno nella spesa militare,
senza contare i costi sostenuti per le missioni e per i sistemi di armamento.
Ma, su richiesta della Nato, si è impegnata ad aumentarla dall’1,2% al 2% del
PIL, ossia a più di 100 milioni di euro al giorno.
Nella generale disattenzione il 27 ottobre 2016 il Comitato sul disarmo dell’Assemblea ONU ha deliberato
l’avvio di un percorso verso un Trattato di messa al bando degli ordigni
nucleari per il 2017. L’Italia è uno dei 38 Paesi che hanno votato contro. Intanto gli Stati Uniti procedono con lo sviluppo di armi nucleari di
potenza crescente, come le B61/12, che andranno a sostituire anche le 70
atomiche presenti in Italia nelle basi di Aviano e Ghedi Torre.
Dopo 6 anni di guerra in Siria, i bombardamenti, i missili Tomahawk, gli attacchi con gas nervino,
da qualunque parte vengano, aggiungono stragi, distruzioni e allontanano la
pace; la stessa cosa sta avvenendo in Iraq, in guerra dal 2003 e in
Afghanistan (dove la guerra dura dal 2001) con l’impiego della più potente
bomba convenzionale che sia mai stata lanciata; qui non ci sentiamo di tacere
il nostro sdegno come donne pacifiste per l’”affettuoso” soprannome di “madre
di tutte le bombe” con cui viene designato un ordigno che genera morte e
distruzione, non certo vita.
Ancora una volta, e
ostinatamente, diciamo NO!
NO alle armi, NO alle
guerre,
non in nostro nome!
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