Le ultime righe dal libro di Elena Pulcini:"La cura del mondo"
... Vivere in un mondo plurale significa identificare e saper gestire il pathos che lo attraversa, nella consapevolezza del fatto che esso è esposto alla precarietà e alla costante posssibilità della distruzione; che il mondo è,per dirla con Arendt,irrimediabilmente
fragile. Il mondo è fragile...sia come mondo comune,pianeta, dimora dell'umanità e della vita esposto ai rischi globali prodotti dall'individualismo illimitato;sia come mondo delle relazioni,esposto al rischio della violenza prodotto dal comunitarismo endogamico.
Riporre fiducia nella vulnerabilità quale condizione per una nuova creazione del mondo,e nella contaminazione quale condizione per la creazione di un mondo plurale, significa riconoscere questa fragilità; così da trarre da questo riconoscimento l'impulso a prendere in cura il mondo, per dare avvio a un "nuovo inizio", all'apertura di inediti orizzonti di possibilità; e per consegnare alle future generazioni un mondo sensato.
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